giovedì 16 agosto 2012

Patriarcalismi: la suocera maligna

da gazzettino.it

Sposa 13enne venduta per 3.000 euro e stuprata: "festa" per provare la verginità
Ai parenti mostrato il lenzuolo macchiato dopo la violenza
Arrestati i torturatori: il futuro marito e la suocera


VENEZIA - Orrore a Marghera: una 13enne macedone è stata venduta dalla sua famiglia per 3.000 euro come promessa sposa ad un 17enne, sempre macedone, residente con la famiglia nella località veneziana. La famiglia di quest'ultimo, in pratica la futura suocera, la 34enne Jasar Nermin, l'ha poi segregata e torturata con i fili elettrici assistendo e approvando anche le violenze sessuali del figlio.
Ora la 13enne è stata messa sotto protezione dalla squadra mobile che ha arrestato il "futuro sposo", un 17enne macedone, e la madre di quest'ultimo, Jasar Nermin, 33 anni, che sarebbe stata presente e anche "regista" delle violenze.


La sua odissea ha dell'incredibile: dopo due giorni di viaggio dalla Macedonia fino a Venezia in pullman, l'adolescente è stata segregata in casa, sottoposta ad angherie e brutalità, e una decina di giorni più tardi violentata sessualmente dal ragazzo.
Una "festa" per dimostrare la verginità della ragazzina.
La "aspirante suocera"' ha organizzato una festa chiamando a raccolta i parenti ai quali il ragazzo doveva mostrare il lenzuolo che testimoniava la verginità della futura sposa. Che al 17enne fra l'altro nemmeno piaceva, tanto da rifiutarla dopo averla conosciuta. Ma spinto dal "dovere" imposto dalla famiglia non ha esitato a dar sfogo agli istinti più bestiali, lasciando la ragazzina poi a piangere sola nella stanza "maledetta", mentre lui, madre e parenti festeggiavano in un'altra parte della casa.
Il capofamiglia, un operaio che vive a Marghera da circa sei anni, era all'oscuro di tutto e una volta ha preso preso le difese della 13enne, vedendole dei lividi sulle braccia, rompendo sulla schiena del figlio tre sedie di legno e ammonendolo di non permettersi più di picchiarla. Nemmeno le sorelle del 17enne sapevano, perché la ragazzina era stata minacciata e costretta a non parlare con nessuno. Le violenze avvenivano sempre durante il giorno, quando in casa c'erano solo suocera e sposo che obbligava la 13enne a stare di notte in piedi con il volto rivolto alla finestra. E di giorno picchiandola, seviziandola anche immergendola, vestita, nella vasca colma d'acqua calda e "condita"' con il sale per poi procedere a darle delle scariche elettriche con il filo del computer su varie parti del corpo perché aveva osato tentare di fuggire.


Le indagini della squadra mobile lagunare sono iniziate il due agosto dopo un intervento a Marghera (Venezia) a seguito della chiamata di alcuni cittadini che avevano segnalato la presenza di una ragazzina straniera che chiedeva aiuto e con il volto completamente tumefatto. La 13enne è stata portata in ospedale: i medici le hanno riscontrato diversi traumi e bruciature sulle gambe e hanno disposto il ricovero con una prognosi di circa un mese. Da lì è seguito il racconto della vittima, gli accertamenti e gli arresti.

"Io amo mia suocera. Dalla punta delle corna a quelle del forcone." (cit.)

Io sono tanto fortunata. Tanto. La madre di mio marito è una persona meravigliosa, buona e gentile da qualunque lato la si riesca a guardare.
Stavo pensando ad un articolo del genere già tempo fa, quando mi è capitato di vedere in tv la pubblicità del reality "Mammoni. Chi vuole sposare mio figlio?" e lentamente i pensieri hanno cominciato a prendere forma.

Perchè dobbiamo avere paura delle suocere? Insomma...in teoria quando arriviamo come morose o compagne dovremmo avere un determinato scopo come tali, far star bene il nostro uomo come lui fa stare bene noi. Giusto? Giusto. Siamo donne come loro, passiamo gli stessi problemi, ci dovrebbe essere una vagheggiata solidarietà femminile...no?
Invece vedo episodi come quello di mia madre. Mia nonna paterna si comportava come se la casa fosse sua. Andava e veniva quando voleva, se avevamo ospiti arrivava e se ne stava seduta in disparte senza partecipare alla conversazione, come se ci fosse qualcosa da sorvegliare. Frugava nei nostri armadi e si permetteva di commentare le scelte di vita di chiunque. E ha accusato mia madre (non davanti a lei, ovviamente) di aver rovinato la sua famiglia, quando lei e mio padre hanno appena festeggiato 34 anni di matrimonio decisamente felici.
E questo è un esempio abbastanza normale...ma è stato l'articolo riportato sopra a farmi riflettere.
Cosa può aver portato questa donna, che si è vista arrivare questa ragazzina - sola, spaventata come sarà stata lei stessa alla vigilia delle sue nozze - e l'ha trattata peggio di come si trattano i cani? Sarà stata trattata anche lei allo stesso modo? Si sarà sentita in dovere di fare le stesse cose che hanno fatto a lei, perchè se vuoi diventare una brava moglie e madre devi per forza vivere esperienze orribili?
Cambio l'intonazione: perchè per diventare una brava moglie e madre devi per forza vivere esperienze orribili?
Oh, oh. Per me questa come frase è tanto patriarcale.
Criticare invece di accogliere. Far vivere brutte esperienze, perchè se non soffri come ho sofferto io non sei degna. E' una ferita nell'animo delle donne che fa fatica a guarire.
Non è che in un mondo finalmente equilibrato non dovremmo essere cauti - speriamo che i nostri amici trovino le persone giuste, figuriamoci i nostri figli - ma...fare del male, non pensare che quella che ti sta davanti è una donna come te...questa è una cosa che mi fa orrore. L'antipatia personale può essere un discorso, ma non questa violenza continua e generalizzata che fa paura a noi donne da secoli.

1 commento:

  1. L'episodio riportato è da voltastomaco, purtroppo non è e non sarà nemmeno l'unico.
    Non credo si tratti di "patriarcalismi" sui generis, quanto di "matriarcalismi" dettati da una condizione di ignoranza cronica.

    In tutte le società c'è sempre stata una linea di comando, in quelle più arcaiche erano le donne a comandare, in quelle più recenti gli uomini. Ma tutto quanto riguarda la sfera del "femminile" viene sempre e comunque demandata a una matriarca.
    Più l'ignoranza e la povertà sono vissute, più episodi di matriarcalismo estremo e sopruso si vedono. Già il fatto che la famiglia della ragazzina l'abbia letteralmente venduta per 3000€ la dice lunga, il fatto che una donna si comporti come "quel mostro di suocera" (e mai parole furono più vere e così poco ìlari) sono indice di una cultura basata su una tradizione malata, su un senso errato di rivalsa.
    E non è solo nel caso dei macedoni, quasi tutte le civiltà che sono culturalmente arretrate, povere economicamente e quindi anche dal punto di vista dell'istruzione - specialmente in questi casi chi ne fa le spese sono le donne - abbiamo un fiorire di tradizioni infamanti. Vedi per esempio l'abitudine in Africa di sottoporre le bambine alla pratica dell'infibulazione. E perchè? "Perchè si è sempre fatto così", "perchè è tradizione",ma è una tradizione malata, un senso represso di sfogare sulle nuove generazioni ciò che le matriarche hanno a loro volta sofferto, un infliggere lo stesso tormento e viverlo, ora, da dominatrici e non da dominate. Si sa che violenza genera solo altra violenza, specie se questa viene coltivata nell'ignoranza. Ignoranza culturale del popolo, ignoranza nel senso di "oscurantismo" del sapere all'uomo. Il padre del giovane violentatore, infatti, era all'oscuro di tutto e quando ha visto i lividi sulla ragazza è a suo modo intervenuto, anche se è chiaro che il mantenersi all'oscuro di ciò che era un ambito "da donne" gli tornava comodo.
    Molti uomini africani, messi davanti alla realtà dei fatti della pratica dell'infibulazione, restano scioccati e sono i primi ad affermare che mai farebbero fare una cosa del genere alle loro figlie femmine e che si guarderebbero dal darle in moglie a uomini la cui famiglia chiede una cosa del genere.
    Molte delle ragazze sottoposte a infibulazione che poi hanno avuto la possibilità di studiare, hanno fondato movimenti contro questa pratica.

    Quindi, l'unica forma di lotta che possa impedire il dilagare di questi episodi non è che l'istruzione. Solo grazie a questo noi possiamo vantare un rapporto di sincera amicizia con la nostra suocera (quanto mi mancano le giornate a shopping con lei!) e in tutti quei casi più leggeri della nostra vita in cui la complicità tutta femminile viene meno, penso che dovremmo ricordare che è per una carenza culturale. Loro, che talvolta possono anche essere giustificate per l'età, ma soprattutto nostra che non sappiamo forse andare loro incontro senza farci mettere i piedi in testa, perchè questo ci porta sempre, poi, a sfogare su altri quello che abbiamo dovuto subire, anche se non vogliamo farlo, anche se non ci si rende conto di farlo.

    La cosa peggiore è, secondo me, quando ci accorgiamo di quello che ci fa nostra suocera, ma mai quando a comportarsi male con noi sono le nostre mamme.

    RispondiElimina