mercoledì 10 giugno 2020

John Beckett - Come faccio a capire se una divinità mi sta chiamando?

John Beckett è un Druido dell'Ordine dei Bardi, Ovati e Druidi (O.B.O.D), e un membro dell'Ár nDraíocht Féin. Il suo blog, Under the Ancient Oaks, fa parte del Pagan Channel del portale  multireligioso Patheos. John scrive, tiene conferenze, insegna e facilita rituali pubblici dal 2003. Vive a Dallas, Fort Worth.
Traduzione a cura di Elena della Laguna per Casa della Dea, su gentile concessione dell'autore.
Tutti i diritti riservati.


Come faccio a capire se una divinità mi sta chiamando?

Articolo originale: How Do I Know If A God Is Calling Me?  (1 novembre 2018)

Qualcuno ha fatto questa domanda in un commento sull'articolo Chiamato da Divinità Problematiche. Sono andato a cercare un post dove ne avessi discusso e non ne ho trovati. Ho scritto molto sulle chiamate che ho ricevuto, su cosa fare quando sei chiamato da una divinità da cui normalmente staresti lontano, e cosa fare quando sembra che nessuno chiamerà mai. Ma in più di dieci anni di blog, non ho mai risposto direttamente alla domanda di come capire se una divinità ti sta chiamando.

Penso voglia dire che sia il momento giusto per scriverlo.


Immagine originale di John Beckett



Cosa significa essere chiamati

Prima di parlare di come capire se sei stato chiamato, dobbiamo discutere in primo luogo di cosa significa essere chiamato.

I Cristiani Evangelici dicono che tutti devono avere “una relazione personale con Gesù”, o non sono veramente cristiani. Un'idea del genere era sconosciuta nel politeismo antico e non trova posto nel paganesimo e nel politeismo contemporaneo.
Un politeista è qualcuno con un'attenzione religiosa per molte divinità, divinità vere – essere chiamati non è un requisito. Se una o più divinità parlano direttamente con te, ottimo. Se no, onoraLi comunque. Incarna le Loro virtù e aiuta a costruire un mondo che rifletta i Loro valori. Sono le tue azioni a renderti un politeista, non le tue esperienze.

Essere chiamati significa che vi viene chiesto – o in alcuni casi, ordinato – di eseguire certe azioni o vivere in un certo modo, ben oltre quello che ci si aspetta da coloro che non sono stati chiamati. E' improbabile che vi venga spiegato il perché, o almeno, non in maniera soddisfacente.

Essere chiamati può essere una gran cosa, ma non è come vincere alla lotteria. Non è una busta con i soldi per il compleanno dalla vostra zia preferita. E' più come essere arruolati nell'esercito – a volte per l'esercito di un paese che non sapevi che esistesse fino a tre settimane prima.


I Segnali


Ci sono tre principali segnali ricorrenti che indicano che una divinità ti sta chiamando al Suo servizio.


Immagini ricorrenti.
Inizi ad avere sogni che inc
ludono ruoli e immagini di una divinità. Forse sogni di cervi, continui a vedere immagini di cervi su vari media e anche nella natura, magari dove non ti aspetteresti di trovarne uno. Continui a incontrare torques e serpenti e altri animali, che si comportano in modi non normali per loro. Forse Colui che ti cerca è Cernunnos.

L'ultima caratteristica è importante: si comportano in modi non normali per loro. Gli animali sono esseri con sovranità propria come noi – loro fanno le loro cose per le loro ragioni, ragioni che raramente includono il portare “messaggi” agli umani. Prima di decidere che qualcosa in natura è un segnale o un omen, accertati che non sia il normale comportamento di un animale, di una pianta o del tempo atmosferico.

Immagine originale di John Beckett
Ma quando continui a vedere l'iconografia relative ad una certa divinità così tante volte che senti che non può essere casuale, probabilmente non lo è.

Una presenza persistente. Se non hai fatto esperienza di questo potresti non capirlo.
Se hai fatto esperienza di questo sai esattamente di cosa sto parlando.

Una voce nella tua testa, eccettuato il fatto che viene da dietro la tua testa, non da dentro. Pensieri che non sono tuoi che ti dicono cose che sai di non conoscere. O che ti dicono cose che sai essere vere ma che hai provato a negare e tenere lontane. La presenza dell'Altro, giusto al limite della tua visione periferica.
Questo non avviene una o due volte. Succede di nuovo e di nuovo ancora. La nostra cultura materialistica dice che te lo stai inventando, o magari sono allucinazioni. Il che è possibile, e se siamo saggi considereremo per prime tutte le più probabili spiegazioni mondane.
Ma se le tue esperienze sfidano le spiegazioni razionali, può essere una chiamata dagli Dèi.

Un ingresso teatrale.
La grande maggioranza delle chiamate include una combinazione dei primi due segnali. Ma occasionalmente una divinità può fare un'apparizione rumorosa e teatrale che ti lascia senza dubbi sul fatto che Loro siano reali...e siano realmente seri.

E' più probabile che questo arrivi più tardi durante la relazione. E' quello che è successo a me, comunque. Dopo molti anni di lavoro con e per Cernunnos, ho avuto la mia prima esperienza di comunione estatica con lui. E' stato fantastico e soverchiante e terrificante e non lo dimenticherò mai.

Ma occasionalmente può succedere come primo incontro. In questo caso, cercate il link qui sotto intitolato “Sto sentendo un Dio o sto diventando pazzo?”
Perchè un ingresso teatrale da parte di una divinità può generare dubbi sulla propria sanità mentale.


Come rispondere: ascoltando. Non importa quali siano i segnali, ascolta. Ascolta con tutti i tuoi sensi. Tieni a bada l'urgenza di interpretare i segnali subito. O almeno, aspetta finché l'esperienza corrente è terminata. Se cominci a cercare di dedurre qualcosa troppo presto, probabilmente ignorerai diversi segnali, e probabilmente potresti saltare a conclusioni errate.
Quando gli Dèi chiamano, ascolta.



Chi ti sta chiamando?


Potresti pensare che sia ben chiaro fin da subito, ma raramente lo è. Gli Déi annunciano raramente Loro stessi per nome. Forse Loro pensano che tutti sappiano già chi Essi sono, come nei tempi antichi. Forse non pensano che Chi siano sia particolarmente importante. Forse, come molti esseri spirituali, pensano che ci sia del potere in un nome e Essi non lo diano così facilmente.
A prescindere dal perché, è probabile che tu realizzi che sei stato chiamato molto prima di sapere chi è a chiamarti.

E' un Dio della Foresta che senti, Cernunnos, o Herne o Pan? Non sono tutti uguali. E ricordati che mentre gli Déi sono virtuosi, spiriti minori possono mentire e lo vorranno fare. E' richiesto del discernimento.

Immagine originale di John Beckett
Come rispondere: ricerca. Qui è dove il vecchio adagio che dice “I Pagani sono il Popolo della Biblioteca” entra in azione. Fai i tuoi compiti.
Inizia con le antiche storie e i miti. Leggi lavori accademici su come i nostri antenati comprendevano e veneravano i loro Déi. Parla con i Loro seguaci contemporanei – siamo a un punto in cui più o meno tutte le divinità attive nel nostro mondo hanno già qualche sacerdote e devoti. E alla maggior parte di noi piace rispondere alle domande sui nostri Patroni. Sì, potreste incontrare qualche esaltato. Dopo un po' imparerete a distinguerli dai mistici che sembrano esaltati dal punto di vista razionale, ma le cui esperienze stanno dando forma alla restaurazione delle nostre moderne religioni politeiste.
Più conosci sulla divinità di cui pensi si tratti, meglio capirai le eventuali coincidenze tra quello che sai e le esperienze che vivi.

Cosa sei chiamato a fare o ad essere?


Una volta determinato che sia una divinità a chiamarti, la domanda successiva è “chiamato per cosa?” Gli Déi non esistono per il nostro beneficio – Loro fanno le Loro cose per le Loro ragioni. Ma a volte queste ragioni coinvolgono gli umani.
Molte persone presumono che se una divinità li chiama, è per essere Loro sacerdote. E' certamente una possibilità. Ma il sacerdozio non è la relazione predefinita e automatica tra umani e divinità. Piuttosto, è una tipologia specifica di relazione; un impegno formale ad adempiere a una serie di doveri e responsabilità. Non è qualcosa da prendere alla leggera.
Se pensi di essere chiamato ad essere un sacerdote, leggi Prepararsi Al Sacerdozio Pagano. E ricorda che ci sono molti Sacri Ruoli Che Non Sono Il Sacerdozio.
Puoi essere chiamato ad essere un devoto – qualcuno che onora una divinità e che svolge servizi occasionali per Loro, ma che non ha gli obblighi del sacerdozio.
O magari sei chiamato a svolgere un compito specifico – qualcosa che Loro hanno bisogno o vogliono che sia fatto e che ti ritengono particolarmente adatto a fare.
Ed è possibile che tu sia semplicemente chiamato in una relazione. Se dei nuovi vicini bussano alla tua porta, probabilmente non vorranno chiederti in prestito la sega elettrica o venderti dei biscotti. Vogliono solo introdurre loro stessi e vedere se c'è la possibilità di un'eventuale amicizia. Gli Déi non sono tutti solo amore, ma Alcuni Di Loro Ci Amano, per ragioni note solo a Loro.

Immagine originale di John Beckett

Come rispondere: meditando. Specialmente nei primi giorni di una chiamata, dato che le divinità non sono note per essere trasparenti e specifiche. Sai che sei stato chiamato, ma non sei sicuro dell'esatto perché.
Medita. Con qualsiasi metodo funzioni meglio per te. Per me si tratta di lunghe camminate all'aperto di mattino presto. Per te può essere sedere in silenzio, o contemplando l'immagine della divinità in questione, o qualche altra forma di meditazione.
Poi quando pensi di avere una risposta, medita su quella. Vedi come si adatta con quello che conosci e con le esperienze che hai avuto. Se ci sta, bene. Se no, continua a provare finché non capisci cosa sei chiamato a fare o ad essere.



Come rispondere?

Discernere la chiamata è solo la prima parte. Adesso devi rispondere.

Tu sei un essere sovrano – puoi dire di no. Molte divinità accetteranno un no come risposta – piuttosto andranno a cercare qualcuno più disponibile a fare il lavoro che provare a persuaderti a fare qualcosa che sei riluttante a fare.
Molte volte funziona così. A volte invece Loro non accetteranno un no come risposta. Se ti trovi in questa situazione, cerca il post “Negoziare con gli Déi” nell'elenco qui sotto.

Potresti voler mettere un limite al tuo impegno, specialmente all'inizio. “Farei questo ma non quello.” “Lo farò per un anno, poi ri-valuteremo la cosa.” “In cambio di questo vorrei da Te questa cosa.”
Non ci sono garanzie che la tua offerta venga accettata, ma non puoi saperlo finché non chiedi. Se ti trovi a disagio nel negoziare, chiedi un consiglio esterno - trova un sacerdote della divinità in questione che negozi per te.

Come rispondere: divinazione. Tarocchi, rune, libromanzia, geomanzia – qualsiasi metodo funzioni per te. La divinazione non ti dirà che decisione prendere, ma ti può mostrare come potrebbero andare le cose scegliendo una strada o un'altra.
Recentemente ho dovuto prendere una decisione spirituale ed ero genuinamente in conflitto. Ho visto quattro possibili scelte. Tutte erano fattibili – nessuna di queste era ideale. Ho tirato fuori i miei tarocchi e fatto un'estrazione da tre carte per ogni opzione, chiedendo “cosa accadrà se faccio questa scelta?” Due delle opzioni mostravano esiti sfavorevoli – le ho eliminate immediatamente. Le altre due richiedevano una maggiore riflessione, ma mentre studiavo le carte (sia i significati standard sia quello che mi dicevano le immagini nel contesto di quella situazione) è diventato chiaro che una delle opzioni avrebbe portato risultati migliori dell'altra. E questo è quello che ho fatto.
La scelta di come rispondere agli Déi è essenzialmente vostra. La divinazione è uno strumento per aiutarsi a prendere quella decisione.

Altri post che possono essere d'aiuto


Negotiating With the Gods

When You Hear The Call of The Morrigan

Am I Hearing a God or Am I Going Crazy?

Called, Not Chosen – Building an Inclusive Paganism

When You Can’t Experience the Gods for Yourself

Altri post sull'argomento (suggeriti da Casa della Dea)

Hearing the Call

The Gods Call Who They Call

6 Reasons You Shouldn’t Swear an Oath to a God (and 3 Reasons You Should)

Sometimes The Gods Take What They Want and Sometimes What They Want Is You

6 Thoughts on Gods Claiming People

martedì 2 giugno 2020

Preghiera della Rotta

Foto di DarkWorkX da Pixabay


Ci sono momenti, Signora, in cui ci sentiamo persi.
In cui le preoccupazioni e le cose da fare ci sommergono e ci trascinano sul fondo, come le onde del mare in tempesta.
Mostraci la via, Signora.
Tu che sai dove nascono i venti
Mostraci la via.
Tu che hai messo le stelle nel cielo affinché non perdiamo la speranza
Mostraci la via.
Tu che ci sostieni quando tutto crolla
Mostraci la via.
Tu che sai quanto sono profonde le nostre angosce
Mostraci la via.
Tu che sai quanto ci costa il primo passo
Mostraci la via.
Tu che ci aiuti a tracciare la rotta
Mostraci la via.
Non importa quanto tempo ci metteremo a percorrerla:
ti prego, Signora, mostraci la via!

Preghiera di Elena della Laguna per Casa della Dea.
Tutti i diritti riservati.

domenica 19 aprile 2020

John Beckett - Quadricipiti doloranti e la realtà del sacerdozio pagano

John Beckett è un Druido dell'Ordine dei Bardi, Ovati e Druidi (O.B.O.D), e un membro dell'Ár nDraíocht Féin. Il suo blog, Under the Ancient Oaks, fa parte del Pagan Channel del portale  multireligioso Patheos. John scrive, tiene conferenze, insegna e facilita rituali pubblici dal 2003. Vive a Dallas, Fort Worth.
Traduzione a cura di Elena della Laguna per Casa della Dea, su gentile concessione dell'autore.
Tutti i diritti riservati.




Quadricipiti doloranti e la realtà del sacerdozio pagano


Articolo originale: Sore Quadriceps and the Reality of Pagan Priesthood (1 novembre 2015)

Cos’hanno in comune i quadricipiti (quei muscoli larghi sul davanti della coscia) e il sacerdozio pagano? Continuate a leggere...

L'altare principale e gli Ospiti d'onore - Foto originale di John Beckett 


C’è ancora un vasto ammontare di confusione riguardo cosa significhi essere un sacerdote nel mondo pagano moderno (o una sacerdotessa – in molte tradizioni il genere della persona è irrilevante rispetto al lavoro che fanno, e priest sta diventando un termine di genere neutro). Ci sono quelli che insistono sul fatto che essere un sacerdote sia facile, glamourous, e pieno di potere e estasi.

Ci sono momenti di estasi, e ci sono momenti in cui un sacerdote può fare esperienza di un potere tremendo. Ma non è il vostro potere – il sacerdote è solo il condotto per il potere della divinità coinvolta. Se sei abile e benedetto, puoi contenere il potere, ma non lo puoi controllare, e non potrai mai comandarlo. Se vedi il sacerdozio come glamourous mi faccio domande sulle tue priorità; e il sacerdozio non è mai, mai semplice.

L’anno scorso ho scritto un post su tutto Quello che sono e fanno i sacerdoti pagani (una versione estesa appare nel n. 30 della rivista Witches & Pagans). La lista è lunga: i sacerdoti servono gli Déi, i sacerdoti mediano per gli Déi, e i sacerdoti servono le loro comunità.

La notte scorsa la Chiesa Pagana Unitaria Universalista di Denton ha tenuto il nostro cerchio di Samhain. Volevamo fare un altro labirinto a spirale, come abbiamo fatto nel 2011. O più precisamente, ci è stato segnalato da una divinità di nostra conoscenza che avevamo bisogno di fare un altro labirinto a spirale, e che avevamo bisogno di fare alcuni cambiamenti specifici. E così abbiamo fatto.

In aggiunta al solito lavoro di scrivere e adattare il rituale, c’era anche il lavoro fisico di costruire il labirinto. E’ composto da candele tealight in vasetti di vetro da omogeneizzati. Avevamo ancora i vasetti dal 2011, ma sono stati conservati in un deposito non molto adatto ed erano sporche. Ci sono volute tre ore e mezza di un sabato pomeriggio per pulirle e prepararle.

Foto originale di John Beckett

Ha piovuto parecchio per tutto il venerdì e il sabato mattina, ma più tardi era abbastanza asciutto da rendere il terreno utilizzabile, altrimenti avremmo dovuto allestirlo dentro all’edificio. Avrebbe funzionato, ma all’aperto è meglio. Ci sono volute nove persone e due ore per sistemare tutti i vasetti e le candele – due ore di piegamenti e squat sul terreno umido per mettere tutto al posto giusto. Poi è stata approntata all’interno dell'edificio l’area rituale principale.

Abbiamo rivisto assieme tutto il rituale, mangiato qualcosa, ci siamo cambiati i vestiti, ed eravamo pronti per accogliere gli ospiti. Abbiamo avuto un'ottima affluenza. Samhain di solito è ben seguito, ma molte persone erano occupate a portare i loro bambini a fare Dolcetto o scherzetto. Ho contato 47 persone nel cerchio, e ne sono felice.

Il rituale è andato molto bene. Abbaimo onorato gli antenati e gli spiriti della terra. Abbiamo invitato le divinità dell’occasione: Cernunnos, Brighid e Morrigan, e abbiamo fatto Loro delle offerte. Poi abbiamo camminato nel labirinto. Cynthia, Wren e io eravamo posizionati sul bordo esterno, in preghiera ai nostri Ospiti d’Onore per tutto il tempo che tutti gli altri hanno trascorso nel labirinto. Non avevamo detto alla gente cosa aspettarsi – basandoci sulle conversazioni seguite al rituale, la magia è stata sentita da persone diverse in maniere diverse.

Foto originale di John Beckett

Abbiamo concluso il rituale nel solito modo: un banchetto semplice, ringraziato gli Déi, gli spiriti e gli antenati, e dichiarato chiuso il rito. Dopo ci sono stati alcuni annunci, seguiti da snack, bevande e un sacco di conversazione.
Due persone si sono perse gran parte del rituale – hanno acceso le candele tealight prima che cominciassimo, poi le hanno spente dopo che tutti gli altri hanno finito di percorrere il labirinto.

Quando l’ultimo dei nostri ospiti ha cominciato ad andarsene, abbiamo iniziato a pulire. Le sedie sono state re-impilate, gli altari smontati, e la cucina pulita. E quei 400 vasetti di vetro? Andavano raccolti tutti. Al buio.

La chiesa ha un ripostiglio e teniamo lì alcuni dei nostri equipaggiamenti rituali (tavoli, torce, i vasetti), ma tutte le statue, i calici, le candele, lo stereo, l’impianto audio e il cibo andavano impacchettati e caricati nelle auto.

Ho cominciato a caricare la mia intorno all’una di pomeriggio di ieri con tutta la roba che dovevo portare a Denton per il rituale. Quando ho finito di scaricare tutto a casa alla fine, era quasi l’una di notte. E lo stereo non è ancora stato riassemblato, e non ho ancora pulito gli stivali dal fango.

Non sono giovane e non sono l’atleta amatoriale che ero dodici, quindici anni fa, ma sono generalmente in buona salute. Faccio un sacco di passeggiate. Eppure, ero fisicamente esausto ancora prima di partire da Denton la notte scorsa. Ho dormito bene, ma i miei quadricipiti stanno urlando che non sono abituati a tutti quegli squat per mettere giù e raccogliere tutti quei vasetti. Ci vorrà almeno un altro giorno prima di tornare alla normalità, anche con grosse dosi di ibuprofene. Non ho parlato con gli altri sacerdoti e facilitatori oggi, ma sospetto che stiano tutti sentendo gli effetti di una giornata molto lunga.

Foto originale di John Beckett

Questa è la realtà del sacerdozio pagano – un sacco di lavoro. Non solo il lavoro mentale di pensare, scrivere e parlare con le persone, anche se è importante. Non solo il lavoro spirituale di meditazione, preghiera e offerte, anche se è importante pure quello. E’ anche un sacco di duro, sporco lavoro fisico.

Perchè? Perchè è necessario. Abbiamo aiutato 47 persone ad avere un’esperienza religiosa la scorsa notte. Chissà cosa verrà fuori da tutte quelle esperienze, nel futuro se non tra poco. Magari una persona venuta per la prima volta vorrà esplorare più profondamente il paganesimo. Magari qualcuno che non ha interesse negli Déi o negli spiriti realizzerà che onorare i propri antenati può essere una bella cosa da fare. Magari una persona pagana da lungo tempo si sarà sentito rinnovato e rivitalizzato.
Magari qualcuno ha sentito la chiamata di uno dei nostri Ospiti d’Onore e I ranghi del nostro sacerdozio si espanderanno presto.

Non so cosa succederà. Ho fiducia nel fatto che se faccio le cose giuste per le ragioni giuste, ne seguiranno cose giuste, anche se forse non subito.

Anche quando fare le cose giuste richiede un sacco di lavoro.

sabato 4 aprile 2020

John Beckett - Tradizione contro UPG: una falsa dicotomia

John Beckett è un Druido dell'Ordine dei Bardi, Ovati e Druidi (O.B.O.D), e un membro dell'Ár nDraíocht Féin. Il suo blog, Under the Ancient Oaks, fa parte del Pagan Channel del portale  multireligioso Patheos. John scrive, tiene conferenze, insegna e facilita rituali pubblici dal 2003. Vive a Dallas, Fort Worth.
Traduzione a cura di Elena della Laguna per Casa della Dea, su gentile concessione dell'autore.
Tutti i diritti riservati.



Tradizione contro UPG: una falsa dicotomia


Articolo originale: The Lore vs. UPG: A False Dichotomy (1 marzo 2015)

Efeso (Turchia) - Foto originale di John Beckett

Sono un druido, non un ricostruzionista celtico. Valorizzo la buona cultura, ma non ne sono ossessionato. Sono stato un avido lettore per tutta la vita e ho una bella collezione di libri, ma non ci sono libri sul mio altare. 

Più importante, non c’è quantità di lettura e studio che basti ad esorcizzare i tentacoli del fondamentalismo dalla mia anima. 

Per questo è frustrante per me vedere dei Pagani dispregiare l’esperienza diretta e propagandare la superiorità della tradizione. Questo va avanti da tanto tempo, ma mi sembra di vederne sempre di più nelle ultime settimane. Non è semplicemente una questione di propensione per i libri contro la propensione per l’esperienza. Piuttosto, questo problema complica i nostri sforzi per stabilire pratiche politeiste che siano profonde, significative e autentiche. 

La Tradizione è “un corpo di tradizioni e conoscenza su un soggetto, o detenute da un gruppo in particolare”. Ma quando viene usata in un contesto pagano, “Tradizione” quasi sicuramente denota la parola scritta – le storie che i nostri antenati raccontavano sulle loro vite e i loro Déi. Queste storie e i documenti storici dal loro tempo sono estremamente preziosi nei nostri sforzi per connettersi con i nostri antichi antenati, per imparare le loro pratiche e i loro valori, e per imparare ad approcciarci agli Déi che erano parte delle loro vite. 

Ma per quanto sia preziosa la tradizione, non è la sola via che conosciamo per gli Déi. 

Le informazioni che vengono dalla nostra diretta esperienza degli Déi, degli antenati e degli spiriti è spesso chiamata UPG - Unverified Personal Gnosis, Conoscenza Personale e Non Verificabile. Quando viene fatta nella maniera corretta, etichettare simili informazioni come UPG riconosce l’incertezza dell’esperienza religiosa. Ciò di cui facciamo esperienza è indubbiamente reale, ma le nostre interpretazioni sono soggette ad errore. Non possiamo aspettarci che le nostre esperienze soggettive siano autorità per altri che non hanno condiviso la stessa esperienza.

Tuttavia, se un Dio si sta muovendo nel mondo, altri potrebbero avere esperienze simili e arrivare a conclusioni simili; le nuove informazioni diventano conoscenza personale condivisa. Se abbastanza persone condividono la conoscenza e se questa è significativa e utile, eventualmente può diventare gnosi verificata e diventa un’aggiunta alla tradizione. 

Tutto questo è giusto nella teoria, ma nella pratica la UPG è spesso respinta, specialmente se esprime in qualche modo variazioni rispetto alla tradizione. 

Privilegiare la tradizione e respingere l’esperienza è il risultato diretto del vivere in una cultura prevalentemente protestante. 

Se volete vincere una disputa in una Chiesa cristiana fondamentalista, cominciate con “La Bibbia dice che...”
Nessun appello all’evidenza, alla ragione o alla filosofia può battere un appello all’autorità della Bibbia. La Bibbia è presumibilmente stata divinamente ispirata e infallibile. Questa è un’estensione del concetto di Sola Scriptura – la Bibbia non è semplicemente un’autorità, è la suprema autorità. Pagani e politeisti possono essersi allontanati dal Cristianesimo, ma questi concetti cristiani possono essere ancora molto attivi nel nostro subconscio. 

La nostra preferenza per la parola scritta si estende oltre alla religione. La memoria è fallibile e le interpretazioni sono soggettive, ma la parola scritta rimane costante. E’ per questo che Hammurabi ha inciso le sue leggi su tavole di pietra, e per questo i nostri contratti sono scritti e firmati con inchiostro indelebile. Ma mentre la consistenza assoluta è una cosa buona per i contratti, può spedire le tradizioni religiose nella stagnazione e nell’irrilevanza. 

Poi c’è l’idea del progresso religioso e l’anticipazione – l’idea che come gli animali si evolvano dal basso verso l’alto (un concetto piuttosto arrogante), anche la religione si sia evoluta dall’animismo al politeismo al monoteismo. C’è molto di questo nel lavoro dei primi Druidi Revivalisti, che presumevano che il cristianesimo anglicano del loro tempo fosse la penultima evoluzione della religione e quindi gli antichi Druidi sarebbero stati i predecessori di questa. 

In una recente conversazione su Twitter, il filosofo e teologo Edward Butler discute queste idee e il loro effetto sul politeismo contemporaneo. 

La tesi dell’”anticipazione” sembra aver informato il punto di vista che la religione necessariamente “evolve”, dal politeismo al monoteismo.E’ molto insidiosa, in quanto ci porta a vedere la complessità come declino delle antiche tradizioni.La stessa nozione di cambiamento nelle nostre tradizioni impaurisce, perchè il cambiamento porterebbe al monoteismo…così arriviamo a vedere noi stessi come meri preservatori di tradizioni al meglio che possiamo, invece di rapportarci con gli Déi viventi.

Possiamo essere pesci politeisti, ma nuotiamo in un oceano monoteista.

La nostra sovracultura protestante ci dice anche che chi parla con gli Déi è pazzo. A volte questo si riferisce al fatto che mistici e God-Speakers hanno una differente presa sulla realtà rispetto al normale. Ma si riferisce anche al fatto che alcune persone che dichiarano di parlare con gli Déi sono genuinamente mentalmente malate.
Questo rende il discernimento un affare caotico. Come possiamo distinguere i veri messaggi dagli Déi da quelli che sono guidati dalla malattia...e da quelli che sostengono di parlare con gli Déi per pompare il loro ego? E’ molto semplice citare la tradizione e abbatterli. 
Sfortunatamente, ciò significa anche che c’è la possibilità di ignorare della saggezza genuina proveniente dagli Déi, e rendiamo meno probabile che noi stessi Li vivremo in prima persona.

Da dove pensiamo che sia arrivata la tradizione? A meno che non siate un non-teista che pensa che le storie dei nostri antenati siano completamente e interamente inventate, le tradizioni sono venute da persone che hanno avuto esperienze degli Déi in prima persona. La tradizione è iniziata come la UPG di qualcuno.

C’è più di un fattore coinvolto qui. E’ più facile ignorare un libro che ignorare una divinità che vi dice di fare qualcosa di scomodo.

Abbiamo bisogno sia della tradizione sia della UPG. Abbiamo bisogno della tradizione per connetterci ai nostri antenati e alla loro saggezza. Abbiamo bisogno della tradizione per trovare linee guida per interpretare le nostre esperienze. 

Abbiamo bisogno della UPG per mantenere viva la tradizione. Abbiamo bisogno della UPG per ricordarci che gli Déi non sono principi astratti – sono esseri reali, distinti e viventi con i loro obiettivi, desideri, personalità e aree di responsabilità. 

Una religione con Déi reali è caotica, imprevedibile, e spaventosa. Per quanto sia patito dell’ordine, non la vorrei assolutamente diversa.

Image by Pexels from Pixabay

venerdì 20 marzo 2020

Il Tarassaco

Foto di Stux da Pixabay
Oggi approfondiamo le meravigliose proprietà di un'"erbaccia", che in realtà è una preziosa amica della salute.

Il Taraxacum officinale, detto Tarassaco o Dente di Leone, viene usato da secoli come diuretico (in veneto infatti si chiama “pisacàn”) ed è una pianta dalle meravigliose proprietà, che fiorisce da fine febbraio a fine maggio.

Il suo colore giallo splendente ci rimanda immediatamente alle prime fioriture primaverili e, nella medicina popolare, è sempre stato associato alle vie urinarie e alle secrezioni biliari.
La pianta, interamente adoperabile (radici, foglie e fiori), stimola la funzionalità biliare, epatica e renale, attivando gli organi emuntori (fegato, reni e pelle) adibiti alla trasformazione delle tossine: in poche parole, è una pianta con funzione depurativa e detossinante e, solo conseguentemente, anche diuretica. È composto principalmente da alcoli triterpenici (tarasserolo), steroli, vitamine A, B, C, D, inulina, principi amari (tarassacina) e sali minerali che conferiscono alla pianta anche proprietà amaro-toniche e digestive.

Una delle proprietà più conosciute e più potenti del tarassaco è quella disintossicante nei confronti del fegato: favorisce infatti l’eliminazione delle scorie (zuccheri, trigliceridi, colesterolo e acidi urici) ed è indicato anche per combattere la ritenzione idrica.
Inoltre, l’ossido nitrico in esso contenuto agisce come un messaggero intracellulare stimolando l’attività fagocitaria delle cellule ed è implicato nei processi di regolazione e difesa del sistema immunitario: il tarassaco aiuta quindi il corpo a difendersi durante il cambio di stagione, prevenendo il raffreddore e le influenze.

Può essere assunto sotto forma di tisana (radici) o di infuso (fiori e foglie); i fiori sono edibili e possono completare piatti e insalate.

Il Tarassaco è una pianta infestante e cresce spontaneamente nei prati e nei luoghi incolti; se non è possibile raccoglierla, basterà mettere un vaso di terra nel proprio balcone, rivolto a est: probabilmente, il “pisacàn” sarà una delle prime “erbacce” a trovarlo di proprio gradimento e a stabilircisi spontaneamente.

domenica 15 marzo 2020

30 giorni per conoscere le divinità - #30daysofdeity

Foto di Tracy Lundgren da Pixabay


Siamo ormai al quarto giorno in casa, e la rete si sta riempiendo di consigli su come passare il tempo. Perché non approfittiamo di questi giorni per approfondire il nostro rapporto con le divinità a cui ci sentiamo più vicini, o a quelle che ci incuriosiscono ma che non abbiamo mai avuto il tempo di conoscere meglio?

Arrin, un politeista gallico, ha creato un challenge chiamato #30daysofdeity per dedicare 30 giorni alla ricerca e all'approfondimento. Si può farlo online, condividendo i propri studi, o tenendolo per sé, magari scrivendolo a mano in un quadernino dedicato.

1) Un'introduzione di base della divinità
2) Come sei venuto a conoscenza per la prima volta di questa divinità?
3) Simboli e icone di questa divinità
4) Un mito preferito o miti di questa divinità
5) Membri della famiglia - connessioni genealogiche
6) Altre divinità ed entità correlate associate a questa divinità
7) Nomi ed epiteti
8) Variazioni su questa divinità (aspetti, forme regionali, ecc.)
9) Errori comuni su questa divinità
10) Offerte - storiche e UPG
11) Feste, giorni e tempi sacri a questa divinità
12) Luoghi associati a questa divinità e alla loro adorazione
13) Quali questioni culturali moderne sono più vicine al cuore di questa divinità?
14) L'adorazione di questa divinità è cambiata nei tempi moderni?
15) Quale pratica moderna si può associare a questa divinità?
16) Come pensi che questa divinità rappresenti i valori del pantheon a cui appartiene e la sua origine culturale?
17) In che modo questa divinità si collega ad altri dei e ad altri pantheon?
18) Come si pone questa divinità in termini di genere e sessualità? (storico e / o UPG*)
19) Quali qualità o caratteristiche di questa divinità ammiri di più? Quali sono le qualità o le caratteristiche che ritieni più problematiche?
20) Arte che ti ricorda questa divinità
21) Musica che ti fa pensare a questa divinità
22) Una citazione, una poesia o uno scritto che pensi che risuoni fortemente con questa divinità
23) La tua composizione - uno scritto su o per questa divinità
24) Una volta in cui questa divinità ti ha aiutato
25) Una volta in cui questa divinità si è rifiutata di aiutare
26) Come è cambiato il tuo rapporto con questa divinità nel tempo?
27) Peggior malinteso che hai trovato su questa divinità
28) Qualcosa che volevi conoscere su questa divinità, ma non conosci ancora
29) Qualche UPG* interessante o insolito?
30) Qualche suggerimento per gli altri che hanno appena iniziato a conoscere questa divinità?

*UPG: Unverified Personal Gnosis, Conoscenza Personale Non verificata.
Con questa sigla si definiscono le informazioni scoperte tramite meditazioni, illuminazioni, visioni ecc. a livello personale, che per definizione non trovano riscontro nella tradizione antica; es. se in una visione Iside vi dice che Le piacciono le caramelle alla menta, é UPG. Può essere in conflitto con la tradizione antica come no...diciamo che in questo caso non é una buona idea precipitarsi al dipartimento di Storia delle Religioni urlando che Apuleio si sbagliava, ma può essere una buona idea dedicarLe un piattino di caramelle alla menta sul vostro altare.

#iorestoacasa

martedì 28 novembre 2017

Domanda e Risposta: Essere una Sacerdotessa nella vita di tutti i giorni

Originariamente pubblicato su Dee Oltre Le Nebbie
Autrice: Anna Bordin



Oggi voglio rispondere ad una domanda che mi ha fatto Elena su FB.

“Ero molto curiosa anche su un altro aspetto della vita da sacerdotessa: quello che di solito non si racconta in giro: noi amichevolmente lo chiamiamo “il grattare la cera dalle tovaglie d’altare”, ma cosa significa sacerdotessare (il nostro personalissimo neologismo per descrivere il lavoro di una sacerdotessa, n.d.a.) e continuare a vivere comunque la vita di tutti i giorni, con il lavoro, le bollette, il mutuo, la pigrizia, la famiglia ecc.?…”

Il fatto di Essere una sacerdotessa è parte integrante dalla mia vita, non è una cosa staccata dal lavoro quotidiano in ospedale, oppure dagli impegni con la mia famiglia o i miei amici. Il mio essere una sacerdotessa è compreso in ogni mio gesto, che cerco di fare al meglio delle mie capacità, dandomi spesso anche la possibilità di fallire, di non fare le cose “per bene”.
In quello che so fare bene ho un EGO smisurato e mi sento forte dell’essere la persona giusta per qual ruolo, quando affronto cose che non conosco, la situazione è ben diversa. Caratterialmente sarei del tipo “lascia che facciano gli altri”, ma una delle cose che ho imparato negli ultimi anni (e sulla quale sto ancora lavorando parecchio) è la capacità di chiedere aiuto a chi ne sa più di me senza sentirmi per questo sminuita o ignorante, per una persona testarda e orgogliosa come me non è sempre facile ammettere di avere una difficoltà, ma ho scoperto che le persone che la Dea mette sulla nostra strada sono esattamente quelle che ci “servono” in quel preciso momento. Le Donne e gli Uomini che ho incontrato negli ultimi anni sono stati TUTTI importanti per la mia crescita personale, anche coloro che mi hanno fatto soffrire.

Sacerdotessa “si è”, non “si fa” ed è per questo che le cose della vita quotidiana si intersecano e combinano perfettamente per permetterti di seguire questa vocazione dell’Anima. Un esempio che porto sempre alle persone che mi chiedono, come Elena, come ho fatto a fare tutto, è questo: io non sono mai stata una buona amministratrice del mio denaro personale e, come i miei amici sanno, sono spesso in bolletta o quasi, ma di una cosa sono certa, se un certo percorso è parte del cammino della tua Anima le risorse per seguirlo arrivano, in un modo o nell’altro.

e da qui rispondo alla seconda parte della domanda,

“…Nello specifico, mi chiedevo cosa vuol dire per tre volte l’anno (durante le Spirali di addestramento a Glastonbury) mollare tutto, prendere l’aereo e partire, ore di aereo, bus, notti a dormire in aeroporto e simili, con qualsiasi tempo atmosferico o qualunque casino si abbia a casa.”

Per me, ha voluto e vuol dire tornare ad essere vera con me stessa, tornare alla casa della mia Anima, vuol dire essere presente e impegnata in qualcosa che in primo luogo è solo mio, il mio personale rapporto con la Dea, in questo caso con la Signora di Avalon.

Tutto lo “sbattimento” del lungo viaggio, è solo una delle innumerevoli sfide che Lei ti pone davanti per vedere se ci sei o ci fai..

ahahahah No, sto scherzando…

E' parte del cammino stesso. è il tempo che mi è servito ogni volta per staccarmi dalle preoccupazioni “babbane” e concentrarmi di nuovo su me stessa, e al ritorno per poter rielaborare ciò che avevo appreso prima di tornare, cambiata, nel mondo.
E' sicuramente difficile, stancante, a volte pure preoccupante cominciare mesi prima a organizzare il viaggio, e il volo e l’alloggio e cosa mangio e come faccio coi soldi (che non ho), e non ho fatto bene i compiti (perchè fare il Training dei primi due anni a distanza non è per niente facile, ma di questo scriverò un’altra volta), e tutte quelle piccole/grandi resistenze che la mia io pigra e paurosa mi metteva davanti ogni volta, eppure ogni volta che partivo mi sentivo leggera, al posto giusto, con le risorse giuste nella mia Scarsella da Sacerdotessa, non di più e non di meno di quelle che mi servivano in quel momento.



(Piccola nota personale: se avete intenzione di seguire il training a Glastonbury prima o poi, vi consiglio di mettere nella vostra Scarsella da Sacerdotessa un buonissimo equipaggiamento da pioggia perchè, come il buon B.P. diceva sempre, “Non esiste buono o cattivo tempo, ma solo buono o cattivo equipaggiamento.”. E di questo vecchio adagio ho avuto riprova mentre compivamo i nostri pellegrinaggi sacri attorno all’isola di Avalon.)

Spero di averti risposto cara Elena…

 P.s. per chi non lo sapesse B.P. è il diminutivo affettuoso che ogni Scout da' a Lord Baden Powell of Gilwell, fondatore degli Scout.