venerdì 28 marzo 2014

Percorsi spirituali ad Avalon: il Labirinto (parte 2)

...continua da qui!

Domenica 2 marzo


Nonostante tutto, un'altra ora o due sotto le coperte me la sarei fatta volentieri...ma un'altra giornata intensa ci aspettava.
La mattina si è svolta in maniera molto semplice, ma densa di emozioni: ci è stato chiesto, a turno, di raccontare quello che volevamo o potevamo dell'esperienza del Labirinto del giorno prima. Massimo quattro minuti a testa.
Quarantadue persone.
Detto così può sembrare noioso. Parecchio noioso, quarantadue persone che parlano della stessa cosa.
In realtà significa fare una cosa che non siamo abituati a fare: parlare e confrontarci. Siamo abituati a pensare "No, non l'ho fatto bene, le sensazioni che provo non sono vere, oddei mi sono messa a piangere, che figuraccia"...e un sacco di immondizie simili. La condivisione, in questo caso, penso abbia aiutato molti di noi a tirare fuori emozioni che di solito - per vergogna o paura - rimangono nascoste; scoprire che gli altri possono aver provato qualcosa di simile può darci quel po' di rassicurazione che ci serve sulla realtà dei nostri sentimenti.


Dopo tanto tempo seduti, un po' di movimento ci voleva. Prima di pranzo, ci siamo ritrovati tutti a danzare e cantare intorno all'altare centrale, con l'aiuto di due favolose suonatrici di tamburo che hanno messo le ali ai nostri passi. Purtroppo la maggior parte delle canzoni erano in inglese, così ho approfittato per lanciare un appello: abbiamo tanto bisogno di canzoni in italiano! Compositori e scrittori, fatevi sentire!



Per il pomeriggio ci aspettava un'altra attività sacra: l'Oracolo.
Quello dell'Oracolo è un altro ruolo che si sta cercando di recuperare nelle tradizioni della Dea. Prescinde dalla divinazione nel senso classico del termine perchè, in questo caso, è una Sacerdotessa addestrata, in stato di coscienza alterata, ad ascoltare le domande del supplicante e ascoltare e ripetere la risposta che la Dea le sussurra. E noi avevamo ben tre Sacerdotesse che ci attendevano, le loro fattezze rese irriconoscibili e misteriose dai veli. Sì, d'accordo, dalla corporatura e dalla voce le potevamo riconoscere (sopratutto quelli di noi che le conoscevano bene di persona): ma come era già successo il giorno prima, ho visto nettamente l'aspetto rituale avvolgere la persona a cui eravamo abituati, uno spostamento di realtà sottile come un velo...però incredibilmente potente da vedere di persona.
Potevamo fare solo una domanda. Una. Questo ha messo molti di noi in crisi, anche perchè eravamo stati avvisati che non sempre le risposte potevano sembrare coerenti...l'aggettivo "sibillino" dice niente?




Alla fine dell'Oracolo, abbiamo avuto ancora un'oretta per parlare, e abbiamo ancora condiviso esperienze e opinioni. Si è parlato anche della Goddess Conference, perchè si sta organizzando un viaggio di gruppo per andarci...le nostre avventure con la Dea sono appena iniziate.


Foto di Yasmine Estienne

Sono profondamente grata a Kathy, a Erin, a Anna, a Sarah, a Claudia, a Mirko, alle due fantastiche traduttrici che per due giorni ci hanno permesso di comunicare con la gente di Avalon, e a tutti gli altri partecipanti. Spero che vi siate ritrovati in queste righe, che abbiate ricordato e che abbiate sorriso, e che magari vogliate lasciarmi un saluto nei commenti!


E qui ci siamo scatenati tutti!!

mercoledì 26 marzo 2014

Percorsi spirituali ad Avalon: il Labirinto (parte 1)


A quasi un anno di distanza dal primo appuntamento italiano con Kathy Jones del Glastonbury Goddess Temple, l'1 e il 2 marzo si è svolto a Collegno (TO) un altro fantastico workshop, ospitato dall'Associazione Laima. Stavolta, oltre a Kathy e Anna, c'erano anche Erin McCauliff, insegnante delle Sacerdotesse e dei Sacerdoti in addestramento a Glastonbury, e altre due Sacerdotesse italiane, Sarah e Claudia1.
Con queste premesse, c'era di che emozionarsi...e come al solito, ero entusiasta come una groupie!
Assieme a loro, trentasette donne e ben quattro - quattro! - uomini, giunte e giunti da ogni parte d'Italia. Letteralmente: sia in orizzontale (Gorizia) che in verticale (Sicilia).


Il luogo era molto particolare: Villa 5 è un complesso attualmente utilizzato da diverse associazioni - in collaborazione con la Città di Collegno - tutte ad elevata componente femminile, per sviluppare progetti no-profit collegati con il territorio...ma era un manicomio per donne.
Vengono i brividi a pensarci, vero?
Anche per questo lavori del genere sono così importanti. Per portare guarigione e gioia a un luogo che ha visto tanto, tanto dolore.


Sabato 1

Molte di noi si erano già viste a Vigonza, ma da un anno a questa parte ne era stata fatta di strada...infatti, molte delle partecipanti facevano parte dei Cerchi che studiano la Ruota di Avalon a Torino (con Sarah Perini) e a Mestre (con Anna Bordin).
Per cominciare, la prima cosa da fare è salutare le padrone di casa: abbiamo invocato le Dee della Ruota di Avalon e, al centro, oltre a Nolava c'era anche Diana, matrona della nostra grande e bella penisola.
L'invocazione per me è sempre stato un momento molto speciale, ma stavolta c'ero dentro fino al collo...mi avevano affidato l'invocazione dell'Ovest, della Madre Terra, Banbha e Gaia, e della Morgen Moronoe. Era la prima volta che facevo qualcosa sulla Dea con così tante persone, e anche se è stato un momento piccolo piccolo mi ha dato tanta, tanta gioia.


Foto di Valerie Melissa Alberti

L'altare centrale della grande sala che ci ospitava era molto bello, un grande "tappeto" ad otto spicchi (uno per ogni festa della Ruota, più quello centrale) su cui ciascuna di noi aveva deposto qualcosa di speciale, per portarsi a casa un po' dell'energia che avremmo sprigionato in quei due giorni. Le candele erano semplici candele bianche, ma in esse ardevano la Fiamma di Avalon e la Fiamma di Brigid.


Da sinistra: Sarah, Kathy, Erin, Duncan
Seconda fila, in avanti: Claudia e Anna

La mattinata è stata dedicata al racconto, in prima persona da Kathy e Erin, su cosa significhi ri-creare le tradizioni della Dea e come è stato portare avanti questa ricerca nel corso degli anni. Si è parlato di come in questa tradizione non esistano dogmi, solo intuizioni, esperimenti, fallimenti (sì, anche quelli), e di come ci si è rese conto di cosa voleva dire riportare la Dea nel mondo: cambiare la società stessa, il modo di pensare a noi stessi, alle relazioni con il nostro sesso e l'altro e con il mondo che ci circonda. Dai primi trainings per l'addestramento delle Sacerdotesse si è passati alla Goddess Conference e poi all'apertura del Goddess Temple, il primo tempio dedicato alla Dea in Europa da almeno 1500 anni.

E' arrivato! E' arrivato!

Un altro momento emozionante è stata la presentazione (rullo di tamburi!) di Sacerdotessa di Avalon, Sacerdotessa della Dea, la traduzione italiana del libro di Kathy Jones che serve per l'addestramento delle Sacerdotesse e che può essere usato, passo passo, come guida per riconnettersi con la Dea e la Sua natura. Ho seguito il lavoro da vicino e vi posso assicurare che l'impegno delle nostre Sacerdotesse Anna e Sarah e della traduttrice, Federica, ha prodotto un'edizione italiana decisamente notevole. Chapeau!

L'edizione inglese

Tra una cosa e l'altra era arrivata l'ora di pranzo. Ecco, devo dire che in questi appuntamenti l'ora dei pasti diventa uno dei momenti più stimolanti della giornata: ognuno di noi ha un motivo per essere lì, ci confrontiamo, commentiamo, suggeriamo...ad esempio, tra una cucchiaiata di pasta ai legumi e un pomodoro gratinato (il buffet vegetariano era ottimo) è saltata fuori la faccenda che stavamo spendendo «...tutta questa strada per stare a vedere una tizia che mescola la terra di qui con quella di casa sua, ci agita una candela sopra, ci versa dell'acqua e apre un barattolo pieno d'aria...» perchè Kathy lo aveva appunto fatto durante la cerimonia di apertura, unendo l'acqua, la terra, l'aria e il fuoco di Avalon con quelle di Torino «...se lo sapessero i miei colleghi creperebbero dalle risate.»2
Poi però la stessa persona ha sorriso e ha continuato dicendo: «Beh, se si sta a guardare la realtà pratica delle cose è un discorso, ma se invece si guarda dell'importanza di essere qui, degli sconosciuti, tutti insieme, per uno scopo comune questi gesti diventano straordinari.»

Questo giusto per darvi un'idea del tenore dei discorsi.


Quando, ancora presi dalle chiacchiere, siamo tornati alla sala, ci hanno avvertito di entrare e toglierci le scarpe, mantenendo il silenzio. Quest'ultima richiesta non è stata difficile da esaudire...la sala era avvolta nell'oscurità, con poche candele a far luce, e un grande labirinto unicursale era stato tracciato sul pavimento con del semplicissimo nastro adesivo di carta.
Ora, io non mi considero una persona suggestionabile: per me molte delle cose di solito utilizzate nei rituali - candele, musica, addobbi, oggetti, ecc. - servono sopratutto a mantenere la mente nel giusto stato di coscienza e consapevolezza, cosa che sarebbe più difficile affidandosi solo alla concentrazione. Però stavolta è stato molto diverso e mi sono lasciata tranquillamente sommergere da quella sensazione di sacralità e mistero.
Nel silenzio è entrata Kathy, che ha percorso il labirinto andandosi poi a sedere al centro. Per la prima volta in Italia si stava realizzando ufficialmente un embodiement, cioè la Sacerdotessa che avevamo di fronte aveva messo da parte la sua personalità e il suo essere per lasciar parlare la Dea attraverso le sue labbra, per dare un messaggio a ciascuno di noi. E ciascuna di noi, a turno, è stata presa per mano da una Sacerdotessa, ha ascoltato gli avvertimenti della Guardiana del Cancello, ha percorso il Labirinto affrontando se' stessa ad ogni svolta, si è inginocchiata davanti alla Dea per ascoltare le Sue parole ed è uscita, meandro dopo meandro, per ritrovarsi poi accolta dalle Sacerdotesse che attendevano fuori e segnata con la terra sacra, un semplice segno sulla fronte che identificava chi aveva percorso il cammino.

immagine tratta da cysgodcannid.blogspot.it, giusto per darvi un'idea di cosa avevamo di fronte...
però immaginatevelo al buio e con la luce delle candele.

Com'è stato? Uguale e diverso per tutti, come spesso sono queste esperienze. Non ne parlo più a fondo qui perchè spero che possiate conoscere qualcuno che vi racconti com'è stato per lei e magari lo possiate provare a vostra volta...posso solo dire che per me è stato totalmente diverso da quello che mi aspettavo. Sono una persona che si fa molte, troppe aspettative mentali su come possono essere le esperienze ed anche questo è stato un insegnamento. :)

...continua...

Note:
1 - Mancava solo LauraGhianda per completare la squadra delle Sacerdotesse italiane...un numero in crescendo!
2 - Tu sai chi sei. Se ho riportato le tue parole in maniera sbagliata, correggimi per favore!

sabato 15 marzo 2014

Preghiera a Sulis


Colore: blu, bianco, rosso
Elemento: Acqua e Fuoco
Altare: su una tovaglia verdeazzurra mettete una grande ciotola di coccio piena d'acqua termale, con dentro alcuni cristalli. Attorno mettete un mestolo, dei bicchieri, e candele rosse e arancio.

Signora delle acque sacre,
Signora della sorgente santa,
Tu che con le acque ribollenti
Pulisci i nostri cuori
E chiarisci le nostre menti
Dalla sporcizia raccolta
Nella vita di tutti i giorni,
Tu che ci ispiri
Con un sorso del tuo fluire,
Tu che racchiudi i nostri segreti
E ci dai rispetto,

Tu che vendichi i soprusi
E ascolti gli oppressi,
Mantienici puliti e fluenti,
Portatori d'acqua, donatori d'acqua,
Risananti, guaritori,
E possano le nostre profondità
Fare eco alla Tua canzone.


Liberamente tradotta dal breviario dell'Ordine delle Horae. 
Translated with permission.