domenica 19 aprile 2020

John Beckett - Quadricipiti doloranti e la realtà del sacerdozio pagano

John Beckett è un Druido dell'Ordine dei Bardi, Ovati e Druidi (O.B.O.D), e un membro dell'Ár nDraíocht Féin. Il suo blog, Under the Ancient Oaks, fa parte del Pagan Channel del portale  multireligioso Patheos. John scrive, tiene conferenze, insegna e facilita rituali pubblici dal 2003. Vive a Dallas, Fort Worth.
Traduzione a cura di Elena della Laguna per Casa della Dea, su gentile concessione dell'autore.
Tutti i diritti riservati.




Quadricipiti doloranti e la realtà del sacerdozio pagano


Articolo originale: Sore Quadriceps and the Reality of Pagan Priesthood (1 novembre 2015)

Cos’hanno in comune i quadricipiti (quei muscoli larghi sul davanti della coscia) e il sacerdozio pagano? Continuate a leggere...

L'altare principale e gli Ospiti d'onore - Foto originale di John Beckett 


C’è ancora un vasto ammontare di confusione riguardo cosa significhi essere un sacerdote nel mondo pagano moderno (o una sacerdotessa – in molte tradizioni il genere della persona è irrilevante rispetto al lavoro che fanno, e priest sta diventando un termine di genere neutro). Ci sono quelli che insistono sul fatto che essere un sacerdote sia facile, glamourous, e pieno di potere e estasi.

Ci sono momenti di estasi, e ci sono momenti in cui un sacerdote può fare esperienza di un potere tremendo. Ma non è il vostro potere – il sacerdote è solo il condotto per il potere della divinità coinvolta. Se sei abile e benedetto, puoi contenere il potere, ma non lo puoi controllare, e non potrai mai comandarlo. Se vedi il sacerdozio come glamourous mi faccio domande sulle tue priorità; e il sacerdozio non è mai, mai semplice.

L’anno scorso ho scritto un post su tutto Quello che sono e fanno i sacerdoti pagani (una versione estesa appare nel n. 30 della rivista Witches & Pagans). La lista è lunga: i sacerdoti servono gli Déi, i sacerdoti mediano per gli Déi, e i sacerdoti servono le loro comunità.

La notte scorsa la Chiesa Pagana Unitaria Universalista di Denton ha tenuto il nostro cerchio di Samhain. Volevamo fare un altro labirinto a spirale, come abbiamo fatto nel 2011. O più precisamente, ci è stato segnalato da una divinità di nostra conoscenza che avevamo bisogno di fare un altro labirinto a spirale, e che avevamo bisogno di fare alcuni cambiamenti specifici. E così abbiamo fatto.

In aggiunta al solito lavoro di scrivere e adattare il rituale, c’era anche il lavoro fisico di costruire il labirinto. E’ composto da candele tealight in vasetti di vetro da omogeneizzati. Avevamo ancora i vasetti dal 2011, ma sono stati conservati in un deposito non molto adatto ed erano sporche. Ci sono volute tre ore e mezza di un sabato pomeriggio per pulirle e prepararle.

Foto originale di John Beckett

Ha piovuto parecchio per tutto il venerdì e il sabato mattina, ma più tardi era abbastanza asciutto da rendere il terreno utilizzabile, altrimenti avremmo dovuto allestirlo dentro all’edificio. Avrebbe funzionato, ma all’aperto è meglio. Ci sono volute nove persone e due ore per sistemare tutti i vasetti e le candele – due ore di piegamenti e squat sul terreno umido per mettere tutto al posto giusto. Poi è stata approntata all’interno dell'edificio l’area rituale principale.

Abbiamo rivisto assieme tutto il rituale, mangiato qualcosa, ci siamo cambiati i vestiti, ed eravamo pronti per accogliere gli ospiti. Abbiamo avuto un'ottima affluenza. Samhain di solito è ben seguito, ma molte persone erano occupate a portare i loro bambini a fare Dolcetto o scherzetto. Ho contato 47 persone nel cerchio, e ne sono felice.

Il rituale è andato molto bene. Abbaimo onorato gli antenati e gli spiriti della terra. Abbiamo invitato le divinità dell’occasione: Cernunnos, Brighid e Morrigan, e abbiamo fatto Loro delle offerte. Poi abbiamo camminato nel labirinto. Cynthia, Wren e io eravamo posizionati sul bordo esterno, in preghiera ai nostri Ospiti d’Onore per tutto il tempo che tutti gli altri hanno trascorso nel labirinto. Non avevamo detto alla gente cosa aspettarsi – basandoci sulle conversazioni seguite al rituale, la magia è stata sentita da persone diverse in maniere diverse.

Foto originale di John Beckett

Abbiamo concluso il rituale nel solito modo: un banchetto semplice, ringraziato gli Déi, gli spiriti e gli antenati, e dichiarato chiuso il rito. Dopo ci sono stati alcuni annunci, seguiti da snack, bevande e un sacco di conversazione.
Due persone si sono perse gran parte del rituale – hanno acceso le candele tealight prima che cominciassimo, poi le hanno spente dopo che tutti gli altri hanno finito di percorrere il labirinto.

Quando l’ultimo dei nostri ospiti ha cominciato ad andarsene, abbiamo iniziato a pulire. Le sedie sono state re-impilate, gli altari smontati, e la cucina pulita. E quei 400 vasetti di vetro? Andavano raccolti tutti. Al buio.

La chiesa ha un ripostiglio e teniamo lì alcuni dei nostri equipaggiamenti rituali (tavoli, torce, i vasetti), ma tutte le statue, i calici, le candele, lo stereo, l’impianto audio e il cibo andavano impacchettati e caricati nelle auto.

Ho cominciato a caricare la mia intorno all’una di pomeriggio di ieri con tutta la roba che dovevo portare a Denton per il rituale. Quando ho finito di scaricare tutto a casa alla fine, era quasi l’una di notte. E lo stereo non è ancora stato riassemblato, e non ho ancora pulito gli stivali dal fango.

Non sono giovane e non sono l’atleta amatoriale che ero dodici, quindici anni fa, ma sono generalmente in buona salute. Faccio un sacco di passeggiate. Eppure, ero fisicamente esausto ancora prima di partire da Denton la notte scorsa. Ho dormito bene, ma i miei quadricipiti stanno urlando che non sono abituati a tutti quegli squat per mettere giù e raccogliere tutti quei vasetti. Ci vorrà almeno un altro giorno prima di tornare alla normalità, anche con grosse dosi di ibuprofene. Non ho parlato con gli altri sacerdoti e facilitatori oggi, ma sospetto che stiano tutti sentendo gli effetti di una giornata molto lunga.

Foto originale di John Beckett

Questa è la realtà del sacerdozio pagano – un sacco di lavoro. Non solo il lavoro mentale di pensare, scrivere e parlare con le persone, anche se è importante. Non solo il lavoro spirituale di meditazione, preghiera e offerte, anche se è importante pure quello. E’ anche un sacco di duro, sporco lavoro fisico.

Perchè? Perchè è necessario. Abbiamo aiutato 47 persone ad avere un’esperienza religiosa la scorsa notte. Chissà cosa verrà fuori da tutte quelle esperienze, nel futuro se non tra poco. Magari una persona venuta per la prima volta vorrà esplorare più profondamente il paganesimo. Magari qualcuno che non ha interesse negli Déi o negli spiriti realizzerà che onorare i propri antenati può essere una bella cosa da fare. Magari una persona pagana da lungo tempo si sarà sentito rinnovato e rivitalizzato.
Magari qualcuno ha sentito la chiamata di uno dei nostri Ospiti d’Onore e I ranghi del nostro sacerdozio si espanderanno presto.

Non so cosa succederà. Ho fiducia nel fatto che se faccio le cose giuste per le ragioni giuste, ne seguiranno cose giuste, anche se forse non subito.

Anche quando fare le cose giuste richiede un sacco di lavoro.

sabato 4 aprile 2020

John Beckett - Tradizione contro UPG: una falsa dicotomia

John Beckett è un Druido dell'Ordine dei Bardi, Ovati e Druidi (O.B.O.D), e un membro dell'Ár nDraíocht Féin. Il suo blog, Under the Ancient Oaks, fa parte del Pagan Channel del portale  multireligioso Patheos. John scrive, tiene conferenze, insegna e facilita rituali pubblici dal 2003. Vive a Dallas, Fort Worth.
Traduzione a cura di Elena della Laguna per Casa della Dea, su gentile concessione dell'autore.
Tutti i diritti riservati.



Tradizione contro UPG: una falsa dicotomia


Articolo originale: The Lore vs. UPG: A False Dichotomy (1 marzo 2015)

Efeso (Turchia) - Foto originale di John Beckett

Sono un druido, non un ricostruzionista celtico. Valorizzo la buona cultura, ma non ne sono ossessionato. Sono stato un avido lettore per tutta la vita e ho una bella collezione di libri, ma non ci sono libri sul mio altare. 

Più importante, non c’è quantità di lettura e studio che basti ad esorcizzare i tentacoli del fondamentalismo dalla mia anima. 

Per questo è frustrante per me vedere dei Pagani dispregiare l’esperienza diretta e propagandare la superiorità della tradizione. Questo va avanti da tanto tempo, ma mi sembra di vederne sempre di più nelle ultime settimane. Non è semplicemente una questione di propensione per i libri contro la propensione per l’esperienza. Piuttosto, questo problema complica i nostri sforzi per stabilire pratiche politeiste che siano profonde, significative e autentiche. 

La Tradizione è “un corpo di tradizioni e conoscenza su un soggetto, o detenute da un gruppo in particolare”. Ma quando viene usata in un contesto pagano, “Tradizione” quasi sicuramente denota la parola scritta – le storie che i nostri antenati raccontavano sulle loro vite e i loro Déi. Queste storie e i documenti storici dal loro tempo sono estremamente preziosi nei nostri sforzi per connettersi con i nostri antichi antenati, per imparare le loro pratiche e i loro valori, e per imparare ad approcciarci agli Déi che erano parte delle loro vite. 

Ma per quanto sia preziosa la tradizione, non è la sola via che conosciamo per gli Déi. 

Le informazioni che vengono dalla nostra diretta esperienza degli Déi, degli antenati e degli spiriti è spesso chiamata UPG - Unverified Personal Gnosis, Conoscenza Personale e Non Verificabile. Quando viene fatta nella maniera corretta, etichettare simili informazioni come UPG riconosce l’incertezza dell’esperienza religiosa. Ciò di cui facciamo esperienza è indubbiamente reale, ma le nostre interpretazioni sono soggette ad errore. Non possiamo aspettarci che le nostre esperienze soggettive siano autorità per altri che non hanno condiviso la stessa esperienza.

Tuttavia, se un Dio si sta muovendo nel mondo, altri potrebbero avere esperienze simili e arrivare a conclusioni simili; le nuove informazioni diventano conoscenza personale condivisa. Se abbastanza persone condividono la conoscenza e se questa è significativa e utile, eventualmente può diventare gnosi verificata e diventa un’aggiunta alla tradizione. 

Tutto questo è giusto nella teoria, ma nella pratica la UPG è spesso respinta, specialmente se esprime in qualche modo variazioni rispetto alla tradizione. 

Privilegiare la tradizione e respingere l’esperienza è il risultato diretto del vivere in una cultura prevalentemente protestante. 

Se volete vincere una disputa in una Chiesa cristiana fondamentalista, cominciate con “La Bibbia dice che...”
Nessun appello all’evidenza, alla ragione o alla filosofia può battere un appello all’autorità della Bibbia. La Bibbia è presumibilmente stata divinamente ispirata e infallibile. Questa è un’estensione del concetto di Sola Scriptura – la Bibbia non è semplicemente un’autorità, è la suprema autorità. Pagani e politeisti possono essersi allontanati dal Cristianesimo, ma questi concetti cristiani possono essere ancora molto attivi nel nostro subconscio. 

La nostra preferenza per la parola scritta si estende oltre alla religione. La memoria è fallibile e le interpretazioni sono soggettive, ma la parola scritta rimane costante. E’ per questo che Hammurabi ha inciso le sue leggi su tavole di pietra, e per questo i nostri contratti sono scritti e firmati con inchiostro indelebile. Ma mentre la consistenza assoluta è una cosa buona per i contratti, può spedire le tradizioni religiose nella stagnazione e nell’irrilevanza. 

Poi c’è l’idea del progresso religioso e l’anticipazione – l’idea che come gli animali si evolvano dal basso verso l’alto (un concetto piuttosto arrogante), anche la religione si sia evoluta dall’animismo al politeismo al monoteismo. C’è molto di questo nel lavoro dei primi Druidi Revivalisti, che presumevano che il cristianesimo anglicano del loro tempo fosse la penultima evoluzione della religione e quindi gli antichi Druidi sarebbero stati i predecessori di questa. 

In una recente conversazione su Twitter, il filosofo e teologo Edward Butler discute queste idee e il loro effetto sul politeismo contemporaneo. 

La tesi dell’”anticipazione” sembra aver informato il punto di vista che la religione necessariamente “evolve”, dal politeismo al monoteismo.E’ molto insidiosa, in quanto ci porta a vedere la complessità come declino delle antiche tradizioni.La stessa nozione di cambiamento nelle nostre tradizioni impaurisce, perchè il cambiamento porterebbe al monoteismo…così arriviamo a vedere noi stessi come meri preservatori di tradizioni al meglio che possiamo, invece di rapportarci con gli Déi viventi.

Possiamo essere pesci politeisti, ma nuotiamo in un oceano monoteista.

La nostra sovracultura protestante ci dice anche che chi parla con gli Déi è pazzo. A volte questo si riferisce al fatto che mistici e God-Speakers hanno una differente presa sulla realtà rispetto al normale. Ma si riferisce anche al fatto che alcune persone che dichiarano di parlare con gli Déi sono genuinamente mentalmente malate.
Questo rende il discernimento un affare caotico. Come possiamo distinguere i veri messaggi dagli Déi da quelli che sono guidati dalla malattia...e da quelli che sostengono di parlare con gli Déi per pompare il loro ego? E’ molto semplice citare la tradizione e abbatterli. 
Sfortunatamente, ciò significa anche che c’è la possibilità di ignorare della saggezza genuina proveniente dagli Déi, e rendiamo meno probabile che noi stessi Li vivremo in prima persona.

Da dove pensiamo che sia arrivata la tradizione? A meno che non siate un non-teista che pensa che le storie dei nostri antenati siano completamente e interamente inventate, le tradizioni sono venute da persone che hanno avuto esperienze degli Déi in prima persona. La tradizione è iniziata come la UPG di qualcuno.

C’è più di un fattore coinvolto qui. E’ più facile ignorare un libro che ignorare una divinità che vi dice di fare qualcosa di scomodo.

Abbiamo bisogno sia della tradizione sia della UPG. Abbiamo bisogno della tradizione per connetterci ai nostri antenati e alla loro saggezza. Abbiamo bisogno della tradizione per trovare linee guida per interpretare le nostre esperienze. 

Abbiamo bisogno della UPG per mantenere viva la tradizione. Abbiamo bisogno della UPG per ricordarci che gli Déi non sono principi astratti – sono esseri reali, distinti e viventi con i loro obiettivi, desideri, personalità e aree di responsabilità. 

Una religione con Déi reali è caotica, imprevedibile, e spaventosa. Per quanto sia patito dell’ordine, non la vorrei assolutamente diversa.

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