Questo post fa parte di una serie sulla devozione quotidiana.
“Eat and carouse with Bacchus, or munch dry bread with Jesus, but don’t sit downwithout one of the gods.” D.H. LawrenceNutrirsi fa parte delle azioni principali e necessarie dell'essere vivi. Mentre una volta eravamo direttamente partecipi della produzione del nostro cibo - con l'agricoltura e l'allevamento - oggi ci basta andare al supermercato; però mi sembra importante ringraziare non solo per il fatto di avere del cibo sulla tavola (che al giorno d'oggi è una cosa da non dare per scontata, con questi chiari di luna!) ma anche del fatto che nutrendoci partecipiamo del ciclo vita/morte/vita.
Non entro nel discorso vegani vs carnivori, ma un dato di fatto c'è: se vogliamo mangiare, un organismo vivente deve smettere di vivere, che si tratti di un broccolo o di un manzo. Ciò che è stato vivente entra dentro di noi per nutrirci e creare nuova vita. Per citare The Lion King,
"Quando moriamo, i nostri corpi diventano erba, e le antilopi mangiano l'erba, e così siamo tutti collegati nel grande Cerchio della Vita."Semplicistico? Non credo. Mangiare significa fare parte di un ciclo sacro che collega tutto il nostro mondo, un ciclo che come pagani affrontiamo con rispetto e reverenza.
Divinità della cucina, del cibo e del focolare di casa ce ne sono molte e diverse (clicca qui per una lista di massima). Nel mondo greco e romano, la più importante di queste era Hestia/Vesta, tanto che nessun banchetto e nessun sacrificio veniva effettuato senza che la prima e l'ultima preghiera fossero dedicate a lei.
Si può scrivere una breve preghiera alla divinità a cui si sceglie di dedicare il pasto e la sua preparazione, oppure anche - se ne si ha la possibilità - tenere da parte un boccone e bruciarlo come offerta1, o lasciarlo all'aperto per permettere a qualche creatura affamata di nutrirsi.
Un link utile - in inglese - di preghiere sui pasti è questo: Mealtime Prayers for Pagan Families
Se invece volete approfondire l'argomento, vi consiglio Eating Gods, Eating Us, da ui ho anche tratto la citazione di apertura.
Dopo aver letto Totem e tabu per un esame, l'argomento non è stato più lo stesso per me. Perché evitare di mangiare un determinato genere di cibo? A parte per le questioni di igiene e manutenzione - come il maiale nei paesi arabi - perché fare questa scelta?
La maggior parte dei miei amici che hanno un tabu di questo genere lo manifestano sopratutto nei riguardi di qualche animale bello o decisamente coccoloso, come i cavalli e i conigli; allo stesso modo, in Italia ci si scandalizza quando si parla dell'abitudine di mangiare i gatti durante i periodi di carestia, o del fatto che in Cina si mangino i cani...le cavallette vanno bene, ma per carità, i cani no! E potrei andare avanti all'infinito...la diversità culturale ha creato nei millenni differenti modi di pensare al riguardo.
E la diversità religiosa c'entra molto in questo...anche se, ad esempio, non so quanti cristiani si ricordino di non mangiare carne il venerdì.
Per i pagani, quali tabu alimentari esistono?
Come al solito, nessuno di prescritto. Di norma è la persona a decidere se e come rinunciare ad un cibo e sopratutto il perché.
Una delle ragioni può essere il fatto di avere un animale totem: spesso con questo genere di animali si instaura un forte legame e si fa la scelta di non mangiarne; ad esempio io per abitudine di vecchia data non mangio il cinghiale...e fortuna che la carne di lontra in giro non si trova, o dovrei rinunciare anche a quella.
Avete dei tabu alimentari? Se sì, quali sono?
Note
1 - quando ho ritrovato questa usanza nel libro Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - Il ladro di fulmini mi sono commossa come una bambina...
:-)
RispondiEliminaSono vegan, strettamente vegan. E benedico ogni giorno per avere avuto il coraggio di fare una scelta così.
Un abbraccio fortissimo.
Vegan e GATTOlica, sei, zia!
EliminaBacioni :*