Con queste premesse, c'era di che emozionarsi...e come al solito, ero entusiasta come una groupie!
Assieme a loro, trentasette donne e ben quattro - quattro! - uomini, giunte e giunti da ogni parte d'Italia. Letteralmente: sia in orizzontale (Gorizia) che in verticale (Sicilia).
Il luogo era molto particolare: Villa 5 è un complesso attualmente utilizzato da diverse associazioni - in collaborazione con la Città di Collegno - tutte ad elevata componente femminile, per sviluppare progetti no-profit collegati con il territorio...ma era un manicomio per donne.
Vengono i brividi a pensarci, vero?
Anche per questo lavori del genere sono così importanti. Per portare guarigione e gioia a un luogo che ha visto tanto, tanto dolore.
Sabato 1
Molte di noi si erano già viste a Vigonza, ma da un anno a questa parte ne era stata fatta di strada...infatti, molte delle partecipanti facevano parte dei Cerchi che studiano la Ruota di Avalon a Torino (con Sarah Perini) e a Mestre (con Anna Bordin).
Per cominciare, la prima cosa da fare è salutare le padrone di casa: abbiamo invocato le Dee della Ruota di Avalon e, al centro, oltre a Nolava c'era anche Diana, matrona della nostra grande e bella penisola.
L'invocazione per me è sempre stato un momento molto speciale, ma stavolta c'ero dentro fino al collo...mi avevano affidato l'invocazione dell'Ovest, della Madre Terra, Banbha e Gaia, e della Morgen Moronoe. Era la prima volta che facevo qualcosa sulla Dea con così tante persone, e anche se è stato un momento piccolo piccolo mi ha dato tanta, tanta gioia.
L'altare centrale della grande sala che ci ospitava era molto bello, un grande "tappeto" ad otto spicchi (uno per ogni festa della Ruota, più quello centrale) su cui ciascuna di noi aveva deposto qualcosa di speciale, per portarsi a casa un po' dell'energia che avremmo sprigionato in quei due giorni. Le candele erano semplici candele bianche, ma in esse ardevano la Fiamma di Avalon e la Fiamma di Brigid.
La mattinata è stata dedicata al racconto, in prima persona da Kathy e Erin, su cosa significhi ri-creare le tradizioni della Dea e come è stato portare avanti questa ricerca nel corso degli anni. Si è parlato di come in questa tradizione non esistano dogmi, solo intuizioni, esperimenti, fallimenti (sì, anche quelli), e di come ci si è rese conto di cosa voleva dire riportare la Dea nel mondo: cambiare la società stessa, il modo di pensare a noi stessi, alle relazioni con il nostro sesso e l'altro e con il mondo che ci circonda. Dai primi trainings per l'addestramento delle Sacerdotesse si è passati alla Goddess Conference e poi all'apertura del Goddess Temple, il primo tempio dedicato alla Dea in Europa da almeno 1500 anni.
Un altro momento emozionante è stata la presentazione (rullo di tamburi!) di Sacerdotessa di Avalon, Sacerdotessa della Dea, la traduzione italiana del libro di Kathy Jones che serve per l'addestramento delle Sacerdotesse e che può essere usato, passo passo, come guida per riconnettersi con la Dea e la Sua natura. Ho seguito il lavoro da vicino e vi posso assicurare che l'impegno delle nostre Sacerdotesse Anna e Sarah e della traduttrice, Federica, ha prodotto un'edizione italiana decisamente notevole. Chapeau!
Tra una cosa e l'altra era arrivata l'ora di pranzo. Ecco, devo dire che in questi appuntamenti l'ora dei pasti diventa uno dei momenti più stimolanti della giornata: ognuno di noi ha un motivo per essere lì, ci confrontiamo, commentiamo, suggeriamo...ad esempio, tra una cucchiaiata di pasta ai legumi e un pomodoro gratinato (il buffet vegetariano era ottimo) è saltata fuori la faccenda che stavamo spendendo «...tutta questa strada per stare a vedere una tizia che mescola la terra di qui con quella di casa sua, ci agita una candela sopra, ci versa dell'acqua e apre un barattolo pieno d'aria...» perchè Kathy lo aveva appunto fatto durante la cerimonia di apertura, unendo l'acqua, la terra, l'aria e il fuoco di Avalon con quelle di Torino «...se lo sapessero i miei colleghi creperebbero dalle risate.»2
Poi però la stessa persona ha sorriso e ha continuato dicendo: «Beh, se si sta a guardare la realtà pratica delle cose è un discorso, ma se invece si guarda dell'importanza di essere qui, degli sconosciuti, tutti insieme, per uno scopo comune questi gesti diventano straordinari.»
Questo giusto per darvi un'idea del tenore dei discorsi.
Quando, ancora presi dalle chiacchiere, siamo tornati alla sala, ci hanno avvertito di entrare e toglierci le scarpe, mantenendo il silenzio. Quest'ultima richiesta non è stata difficile da esaudire...la sala era avvolta nell'oscurità, con poche candele a far luce, e un grande labirinto unicursale era stato tracciato sul pavimento con del semplicissimo nastro adesivo di carta.
Ora, io non mi considero una persona suggestionabile: per me molte delle cose di solito utilizzate nei rituali - candele, musica, addobbi, oggetti, ecc. - servono sopratutto a mantenere la mente nel giusto stato di coscienza e consapevolezza, cosa che sarebbe più difficile affidandosi solo alla concentrazione. Però stavolta è stato molto diverso e mi sono lasciata tranquillamente sommergere da quella sensazione di sacralità e mistero.
Nel silenzio è entrata Kathy, che ha percorso il labirinto andandosi poi a sedere al centro. Per la prima volta in Italia si stava realizzando ufficialmente un embodiement, cioè la Sacerdotessa che avevamo di fronte aveva messo da parte la sua personalità e il suo essere per lasciar parlare la Dea attraverso le sue labbra, per dare un messaggio a ciascuno di noi. E ciascuna di noi, a turno, è stata presa per mano da una Sacerdotessa, ha ascoltato gli avvertimenti della Guardiana del Cancello, ha percorso il Labirinto affrontando se' stessa ad ogni svolta, si è inginocchiata davanti alla Dea per ascoltare le Sue parole ed è uscita, meandro dopo meandro, per ritrovarsi poi accolta dalle Sacerdotesse che attendevano fuori e segnata con la terra sacra, un semplice segno sulla fronte che identificava chi aveva percorso il cammino.
Vengono i brividi a pensarci, vero?
Anche per questo lavori del genere sono così importanti. Per portare guarigione e gioia a un luogo che ha visto tanto, tanto dolore.
Sabato 1
Molte di noi si erano già viste a Vigonza, ma da un anno a questa parte ne era stata fatta di strada...infatti, molte delle partecipanti facevano parte dei Cerchi che studiano la Ruota di Avalon a Torino (con Sarah Perini) e a Mestre (con Anna Bordin).
Per cominciare, la prima cosa da fare è salutare le padrone di casa: abbiamo invocato le Dee della Ruota di Avalon e, al centro, oltre a Nolava c'era anche Diana, matrona della nostra grande e bella penisola.
L'invocazione per me è sempre stato un momento molto speciale, ma stavolta c'ero dentro fino al collo...mi avevano affidato l'invocazione dell'Ovest, della Madre Terra, Banbha e Gaia, e della Morgen Moronoe. Era la prima volta che facevo qualcosa sulla Dea con così tante persone, e anche se è stato un momento piccolo piccolo mi ha dato tanta, tanta gioia.
Foto di Valerie Melissa Alberti
L'altare centrale della grande sala che ci ospitava era molto bello, un grande "tappeto" ad otto spicchi (uno per ogni festa della Ruota, più quello centrale) su cui ciascuna di noi aveva deposto qualcosa di speciale, per portarsi a casa un po' dell'energia che avremmo sprigionato in quei due giorni. Le candele erano semplici candele bianche, ma in esse ardevano la Fiamma di Avalon e la Fiamma di Brigid.
Da sinistra: Sarah, Kathy, Erin, Duncan
Seconda fila, in avanti: Claudia e Anna
Seconda fila, in avanti: Claudia e Anna
E' arrivato! E' arrivato!
Un altro momento emozionante è stata la presentazione (rullo di tamburi!) di Sacerdotessa di Avalon, Sacerdotessa della Dea, la traduzione italiana del libro di Kathy Jones che serve per l'addestramento delle Sacerdotesse e che può essere usato, passo passo, come guida per riconnettersi con la Dea e la Sua natura. Ho seguito il lavoro da vicino e vi posso assicurare che l'impegno delle nostre Sacerdotesse Anna e Sarah e della traduttrice, Federica, ha prodotto un'edizione italiana decisamente notevole. Chapeau!
L'edizione inglese
Tra una cosa e l'altra era arrivata l'ora di pranzo. Ecco, devo dire che in questi appuntamenti l'ora dei pasti diventa uno dei momenti più stimolanti della giornata: ognuno di noi ha un motivo per essere lì, ci confrontiamo, commentiamo, suggeriamo...ad esempio, tra una cucchiaiata di pasta ai legumi e un pomodoro gratinato (il buffet vegetariano era ottimo) è saltata fuori la faccenda che stavamo spendendo «...tutta questa strada per stare a vedere una tizia che mescola la terra di qui con quella di casa sua, ci agita una candela sopra, ci versa dell'acqua e apre un barattolo pieno d'aria...» perchè Kathy lo aveva appunto fatto durante la cerimonia di apertura, unendo l'acqua, la terra, l'aria e il fuoco di Avalon con quelle di Torino «...se lo sapessero i miei colleghi creperebbero dalle risate.»2
Poi però la stessa persona ha sorriso e ha continuato dicendo: «Beh, se si sta a guardare la realtà pratica delle cose è un discorso, ma se invece si guarda dell'importanza di essere qui, degli sconosciuti, tutti insieme, per uno scopo comune questi gesti diventano straordinari.»
Questo giusto per darvi un'idea del tenore dei discorsi.
Ora, io non mi considero una persona suggestionabile: per me molte delle cose di solito utilizzate nei rituali - candele, musica, addobbi, oggetti, ecc. - servono sopratutto a mantenere la mente nel giusto stato di coscienza e consapevolezza, cosa che sarebbe più difficile affidandosi solo alla concentrazione. Però stavolta è stato molto diverso e mi sono lasciata tranquillamente sommergere da quella sensazione di sacralità e mistero.
Nel silenzio è entrata Kathy, che ha percorso il labirinto andandosi poi a sedere al centro. Per la prima volta in Italia si stava realizzando ufficialmente un embodiement, cioè la Sacerdotessa che avevamo di fronte aveva messo da parte la sua personalità e il suo essere per lasciar parlare la Dea attraverso le sue labbra, per dare un messaggio a ciascuno di noi. E ciascuna di noi, a turno, è stata presa per mano da una Sacerdotessa, ha ascoltato gli avvertimenti della Guardiana del Cancello, ha percorso il Labirinto affrontando se' stessa ad ogni svolta, si è inginocchiata davanti alla Dea per ascoltare le Sue parole ed è uscita, meandro dopo meandro, per ritrovarsi poi accolta dalle Sacerdotesse che attendevano fuori e segnata con la terra sacra, un semplice segno sulla fronte che identificava chi aveva percorso il cammino.
immagine tratta da cysgodcannid.blogspot.it, giusto per darvi un'idea di cosa avevamo di fronte...
però immaginatevelo al buio e con la luce delle candele.
però immaginatevelo al buio e con la luce delle candele.
Com'è stato? Uguale e diverso per tutti, come spesso sono queste esperienze. Non ne parlo più a fondo qui perchè spero che possiate conoscere qualcuno che vi racconti com'è stato per lei e magari lo possiate provare a vostra volta...posso solo dire che per me è stato totalmente diverso da quello che mi aspettavo. Sono una persona che si fa molte, troppe aspettative mentali su come possono essere le esperienze ed anche questo è stato un insegnamento. :)
...continua...
Note:
1 - Mancava solo LauraGhianda per completare la squadra delle Sacerdotesse italiane...un numero in crescendo!
2 - Tu sai chi sei. Se ho riportato le tue parole in maniera sbagliata, correggimi per favore!
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