Facente parte delle Dipolieia, questa festa era dedicata a Zeus Polieus, cioè Zeus come Protettore della Città.
Secondo la leggenda, durante l'offerta di alcune focacce d'orzo a Zeus, un bue si fece strada verso l'altare e cominciò placidamente a mangiare le offerte. Un cittadino, scandalizzato da quella che riteneva una blasfemia, uccise il bue, ma poi si rese conto di ciò che aveva fatto e scappò via.
Zeus, indignato per l'accaduto, fece scoppiare un'epidemia ad Atene; mandato un messo all'oracolo di Delfi per scoprire come far cessare la piaga, gli ateniesi si videro rispondere che bisognava assicurare l'assassino alla giustizia e "resuscitare" il toro.
L'unico modo per realizzare le condizioni imposte dall'oracolo fu processare l'ascia con cui il delitto era stato compiuto (e fu condannata a morte e gettata in mare), e imbalsamare le spoglie del bue in modo da "resuscitarlo" e portarlo di nuovo, anche se apparentemente, in vita.
Il rituale riproduceva il mito. Alcune focacce d'orso venivano lasciate sull'altare ed alcuni buoi liberati accanto ad esso. Il primo bue a mangiare le focacce veniva ucciso, e la persona incaricata doveva correre via subito dopo aver compiuto il sacrificio. La carne del bue veniva cotta e condivisa tra i partecipanti, offrendo il grasso e le ossa al fuoco dell'altare come da tradizione, e l'ascia veniva processata, giudicata colpevole e gettata in mare; la pelle del bue veniva poi imbalsamata.
Secondo la leggenda, durante l'offerta di alcune focacce d'orzo a Zeus, un bue si fece strada verso l'altare e cominciò placidamente a mangiare le offerte. Un cittadino, scandalizzato da quella che riteneva una blasfemia, uccise il bue, ma poi si rese conto di ciò che aveva fatto e scappò via.
Zeus, indignato per l'accaduto, fece scoppiare un'epidemia ad Atene; mandato un messo all'oracolo di Delfi per scoprire come far cessare la piaga, gli ateniesi si videro rispondere che bisognava assicurare l'assassino alla giustizia e "resuscitare" il toro.
L'unico modo per realizzare le condizioni imposte dall'oracolo fu processare l'ascia con cui il delitto era stato compiuto (e fu condannata a morte e gettata in mare), e imbalsamare le spoglie del bue in modo da "resuscitarlo" e portarlo di nuovo, anche se apparentemente, in vita.
Il rituale riproduceva il mito. Alcune focacce d'orso venivano lasciate sull'altare ed alcuni buoi liberati accanto ad esso. Il primo bue a mangiare le focacce veniva ucciso, e la persona incaricata doveva correre via subito dopo aver compiuto il sacrificio. La carne del bue veniva cotta e condivisa tra i partecipanti, offrendo il grasso e le ossa al fuoco dell'altare come da tradizione, e l'ascia veniva processata, giudicata colpevole e gettata in mare; la pelle del bue veniva poi imbalsamata.
Questa festa viene celebrata il 14° giorno dopo la luna nuova di maggio.
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